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martedì 12 luglio 2011

Le canapicchie – piante della Val 'd'Orcia con Dioscoride e Galeno

(di Luigi Giannelli)
In Val d’Orcia usa chiamare “Canapicchia” non una sola pianta, ma un gruppo nemmeno tanto omogeneo.
Le più importanti sono due (L’Elicriso – Helycrysum Italicum L. e l’ Erba Cipressina o Santolina – Santolina Chamaecyparissias L., ambedue composite.).
Ambedue sono citate nella più celebre opera di sostanze impiegate nella terapia medica dell’ antichità, la “Materia Medica” di Dioscoride.

Intanto, sommariamente, chi era Dioscoride?
Pedacio (o Pedanio) Dioscoride, nato ad Anazarba, in Cilicia (costa sud-occidentale dell’ attuale Turchia, proprio sopra all’ isola di Cipro), tra circa il 40 e il 90 dopo Cristo. Che non vuol dire che sia campato 50 anni, le date sono solo indicative).
Fu medico, farmacologo e botanico al tempo degli imperatori Claudio, Nerone e Vespasiano.
Militò come medico militare nelle legioni al comando del futuro Imperatore Vespasiano, durante la Prima Guerra Giudaica, 64-70 d.C., iniziata sotto Nerone e conclusa da Vespasiano.
Per la precisione la sua opera fu prestata sotto il proconsole Sesto Lucilio Basso, che dopo alterne vicende si legò all’astro nascente di Vespasiano.
In pratica, la prima guerra giudaica fu condotta dalle legioni romane sotto il comando supremo del Legatus Flavio Vespasiano; ai suoi oridini c’era questo Sesto Lucilio Basso, che a sua volta comandava i reparti dove Dioscoride.
Questi fatti permisero a Dioscoride di viaggiare in lungo e in largo per il Medio-Oriente, dove potè rilevare la presenza, il tipo di raccolta, conservazione e trasformazione di una quantità enorme di droghe.
Nel suo testo “Materia Medica” sono riportate oltre 800 droghe per uso medicamentoso di origine vegetale, ma anche minerale e animale.
“Materia Medica”, nel significato originario significa “raccolta della descrizione di sostanze per la preparazione di medicamenti complessi”.
In realtà nella materia medica sono descritte sia le proprietà medicamentose delle singole droghe riportate, sia la presenza di molte preparazioni complesse.
Galeno è figura molto più complessa: visse a lungo e stimatissimo; il padre, l’architetto Nikone di Pergamo sognò il Dio Asclepio che gli ordinò di consacrare a Lui il piccolo Galeno.
Galeno, quindi invece che architetto, fu medico.
Studiò presso gli ultimi Maestri della Medicina Ellenistica, da Pergamo ad Alessandria d’Egitto e compose centinaia di opere di medicina, farmacologia e filosofia.
Fu medico di “ludi” gladiatori, ma anche medico di fiducia ed amico di Marco Aurelio, del figlio Commodo e sopravvisse alla caduta della Casa Imperiale Antonina e fu gradito al servizio di Settimio Severo. Visse oltre 80 anni.

L’ Elicriso:
Dice Dioscoride, nel IV Libro della “Materia Medica”, Capitolo 59° (vers. Mattioli): [Alcuni termini sono stati lievemente modificati, per adattarli alla mentalità di oggi]
Lo Helicriso, il Quale chiamano alcuni “Crisantemo” [in grecoElicriso significa “Sole d’Oro” e “Crisantemo”, “Fiore d’ Oro”] e altri “Amaranto, di cui coronano le statue degli Dei, ha il fusto dritto, bianco, verdeggiante,  e fermo, su per il quale sono le fronde strette simili all’Abrotano, distinte tutte per intervalli.
Produce la chioma ritonda, di colore d’Oro, ridotta in ombrella, come di secchi corimbi pendenti; la radice è sottile.
Nasce in luoghi aspri e nelle rive e nei letti dei fiumi.
Giova la sua chioma bevuta nel Vino al morso dei serpenti [velenosi], alle sciatiche, alle distillazioni d’orina [probabile spasmi uretrali] ed alle ulcerazioni [viscerali], ; provoca le mestruazioni.
Bevuta con Vino Melato dissolve il sangue rappreso nella vescica e nell’intestino.
Bevuta a digiuno in Vino bianco annacquato evita il catarro che scende dalla testa [sinusite e raffreddore].

Galeno, nel suo “Le virtù dei semplici medicamenti”, al VI libro, dice:
<<... L’Amaranto – lui lo chiama così – ha virtù incisiva [fluidificante del muco] e disseccativa. Provoca le mestruazioni, dissolve i coaguli sanguigni dello stomaco e della vescica, con Vino Melato. Asciuga tutti i flussi [sangue, muco], ma nuoce allo stomaco >>
E perciò andava assunto con Vino Melato.

Rammentiamo che l’Elicriso fu usato tra gli anni ’50 e ’60 da un celebre (per il luogo) medico condotto della Garfagnana, il dott. Santini, figura benemerita e mai abbastanza compianta: egli curava con il decotto di questa pianta: cirrosi epatica e epatiti, affezioni reumatiche fino alla artrite reumatoide, le affezioni, anche gravi e infettive dell’apparato respiratorio e dell’apparato urogenitale, la cefalea e buon ultima la psoriasi.
In Val d’Orcia era usato dai contadini e dai maniscalchi fino a 60-70 anni fa sui cavalli con difficoltà ad orinare.

La Santolina:
Era detta anche “Abrotano Femmina” e quindi descritto alla voce “Abrotano” da Dioscoride, nel III Libro, Capitolo 26° (vers. Mattioli).
Saltiamo la parte descrittiva, che comunque corrisponde perfettamente alla pianta, e ai luoghi dove cresce di più (Sicilia, Siria, Cappadocia), ma per noi interessa che cresca in Val d’Orcia!
... il seme d’ambedue crudo e bollito nell’acqua e bevuto, giova agli asmatici, a coloro che hanno ulcerazioni anche nelle vie respiratorie, agli spasmi colici, alle sciatiche, ai dolori uretrali, e nell’amenorrea. Sparso in giro, sia la pianta, sia il suo fumo, scaccia i serpenti. Bevuto con Vino giova ai morsi dei serpenti ed alle punture degli scorpioni e dei ragni detti “Phalangi”.
Ridotto in empiastro con Mele Cotogne cotte oppure con pane ammollato, giova nelle infiammazioni degli occhi.
Impastato con farina d’Orzo e poi cotto, risolve i piccoli ascessi…

Galeno, sempre nel VI Libro del “Le virtù dei semplici medicamenti” dice:
… È Caldo e Secco nel III° grado [alto grado dell’Elemento Fuoco]. Ma si trova il suo equilibrio nel gusto fortemente amaro e questo sapore indica una certa essenza Terrestre, è quindi molto fluidificante e alleggerente. Quindi l’Abrotano [femmina] dissecca e perciò si impiastrano le sue fronde e i suoi fiori sulle ulcerazioni e si ritrova un po’ acre e lievemente irritante.
Si usa il suo estratto oleoso per ungere la testa ed il corpo. Soprattutto a chi ha febbri che danno tremito da freddo, soprattutto prima che la febbre prenda il sopravvento…
È molto fluidficante, uccide i vermi intestinali...

Nella tradizione popolare era usato fino a tempi recenti come vermifugo per i bambini e contro le tarme, appeso negli armadi e posto nelle cassapanche, anche – e soprattutto – in Val d’Orcia.

Connessione con la Fisionomica:
Eliocriso e Santolina (quest’ultima è oggi vietata nell’uso familiare), essendo caldi e secchi, piante di fuoco, sono assolutamente adatti a fluidificare il muco dei flemmatici e le malattie dell’apparato genito-urinario e di quello articolare.
Quindi i soggetti pallidi, pieni di liquidi ristagnanti e con dolori articolari non possono che trarne calore e giovamento.
Moderne ricerche non fanno che confermare quanto gli antichi maestri avevano già da millenni osservato.

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