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martedì 28 settembre 2010

Da Pienza a Monticchiello per la strada più antica

Sulla strada del Latte di Luna, quella dei camminatori e dei poeti
Itinerario:Di collegamento
Tempo: 1,5 ore
Altitudine:Max. 470 m | minima 340 m
Percorso: Guardalo su Google Maps
Da Pienza si va a Monticchiello per la strada più antica, quella che parte dal Porta al Ciglio, chiamata del 'Latte di Luna' e scende giù a precipizio verso Schiaccione, la strada dei camminatori e dei poeti. Mario Luzi un giorno la percorse a piedi insieme al suo amico Don Fernaldo Flori, compagno di studi e poeta raffinato anche lui. Tornarono caracollando e sembravano due antichi cipressi appena colti dal fulmine, un po' affaticati ma ancora vigili e vegeti. Non sappiamo se poi scrissero poesie su questa antica direttrice, ma senza dubbi questo paesaggio era uno di quelli preferiti da Mario Luzi, che amava questo 'mareggiare morto', che 'sotto Siena' assume in Valdorcia i connotati di una vera e propria marea cinerina.

Il 'Latte di Luna' è un tratto di crete che si incontra sulla destra dopo un chilometro di strada, nel punto in cui questa attraversa un crinale prima di arrampicarsi verso Lucignanello un casale quasi etereo posto in una posizione elevata e poetica, quasi a contatto col cielo che unisce Pienza a Monticchiello in un abbraccio. Una teoria di cipressi vi accompagna verso la salita e attorno il vento sempre presente in questo punto genera vortici improvvisi, che scivolano sul 'Latte di Luna' . Che cosa è il 'Latte di Luna'? Non si sa. O meglio noi lo sappiamo, ma non lo possiamo dire. È il segreto dei pientini di una volta, quindi siamo rimasti in pochi a custodirlo e ce lo tramandiamo. Lo conserviamo anche in casa, a pezzi,cioè come condensato, ma ce n'è rimasto poco di questo latte dei poeti. Infatti la 'mucca' che lo produce l'hanno quasi ammazzata con gli aratri e le ruspe ed ora bocchea in un luogo nascosto, producendo questo latte segreto. Il 'Latte di Luna' lo si vede, lo si sente, lo si beve idealmente, in certe notti di luna piena, quando si passa da questa strada e si scende lungo la 'groppa del cammello' fino in fondo, giù dove la 'mucca' produce questo latte segreto. Una volta i maestri ci portavano i bambini delle scuole, qualche naturalista, qualche 'poeta'. Poi basta. Non ci porterò mai un turista. Non per vezzo aristocratico di vecchio camminatore e vecchia guida, ma che volete, oggi che per fare le guide ambientali ci vuole il diploma e la partita iva ma non la conoscenza di certi luoghi. Allora noi vecchie guide senza diplomino entriamo in sciopero. Ci andremo solo fra di noi.

Seguendo questa strada si arriva a Casalpiano, poi si passa il torrente Tresa e si sale a Monticchiello, toccando il podere Ada a metà salita. Lì due cipressi monumentali, due pennelli surreali segnano l'ingresso ad un podere dal nome tozziano, che signoreggia l'oliveto, quasi assopito fra gli allori e la lavanda. Da qui compite l'ultimo balzo e vi portate sotto le mura di Monticchiello. Dal balcone del castello, guardate bene. Rivedrete tutto il vostro cammino come in una carta geografica. Da questo celebre balcone la Valdorcia è come un riassunto fotografico della Toscana più segreta e seducente, si vede quasi tutta la valle in sotto Montalcino. Come da una quinta teatrale siamo nel paese del Teatro Povero si sbircia il grande scenario della 'recita'.
Qui potete riposare e poi tornare anche indietro se volete. Come fecero Mario Luzzi e Don Flori, che parevano oscillare insieme come i cipressi di Ada lungo la via

(di Fabio Pellegrini - tratto da Gazzettino e Storie del Brunello, luglio 2009)

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