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Vino e cantine in Val d'Orcia

La produzione vitivinicola “valdorciana” si esprime in un territorio estremamente eterogeneo e in una conseguente ampia selezione di vini, in prevalenza rossi, che raggiungono il culmine della loro tradizione a Montalcino, dove la vigna, la terra e l’uomo sono legati da una cultura più che millenaria. I vini montalcinesi furono apprezzati da Papa Pio II e Clemente VII, bevuti da Elisabetta e Guglielmo III d’Orange, regina e re d’Inghilterra, decantati da Francesco Redi, Ugo Foscolo e Giosuè Carducci. Verso la metà del 1800 molto probabilmente ebbero inizio i primi esperimenti di vinificazione in purezza e invecchiamento del Sangiovese Brunello.
Oggi il Brunello di Montalcino ed i suoi “fratelli minori” sono diventati una bandiera di toscanità. Una generazione di vignaioli è ormai scomparsa, un’altra è cresciuta, altri giovani vanno dimostrando capacità, determinazione e volontà a progredire che sono una garanzia di futuro per il territorio e per l’enologia mondiale.

Link utili:
 www.consorziobrunellodimontalcino.it/ | www.consorziovinoorcia.it/
www.museodelbrunello.it/ | www.montalcinoieri.com/ | www.vinoesalute.info/

Brunello di Montalcino Docg: Cos’è il Brunello? È il più famoso vino rosso italiano. È Toscano. È fatto di solo Sangiovese coltivato a Montalcino, dove questa uva trova il suo clima ideale. È affinato per quattro anni in botte di rovere e in bottiglia. È adatto ad un lungo invecchiamento.
Per oltre due secoli questi sono stati i caratteri essenziali che formano la natura stessa di questo vino, e non sono mai stati cambiati anche se per migliorare la qualità si è usato ogni innovazione disponibile, ogni possibilità offerta dalla tecnica più moderna e la creatività a volte geniale dei produttori. Migliorandosi senza cambiare il Brunello di Montalcino ha compiuto un’impresa straordinaria; si è imposto al mercato rimanendo sé stesso.
Anche se i confini della sua storia non sono ben delineati se ne hanno notizie certe a partire dalla prima metà del 1800 quando in casa Angelini, Costanti, Santi e Padelletti se ne produceva in piccolissime quantità, probabilmente per deliziare pochi intimi amici, o per farsene vanto in fiere e concorsi enologici. Ad oggi la popolarità di cui gode è tutt’altro che effimera, come dimostra
 l’incredibile numero di vendemmie che hanno avuto grande successo a partire dal Brunello Biondi Santi del 1955, eletto da "Wine  Spectator"  tra le riviste vinicole più autorevoli – come uno dei dodici migliori vini del XX secolo, e proseguendo con le straordinarie vendemmie 1925, 1932, 1964, 1975, 1985, 1990 e 1997 di molti produttori che stanno a pieno diritto tra le leggende dell’enologia mondiale.
Prima del Brunello di Montalcino solo pochissimi grandi vini francesi erano riusciti a imporre stabilmente il loro gusto al mercato, senza cambiare per adattarsi ad esso, e forse è proprio questo il migliore e più tangibile indice di quanto unica sia la sua qualità.

Il Moscadello di Montalcino Doc: Secoli prima che a Montalcino si cominciasse a vinificare il Brunello il Moscadello già godeva di un'ampia notorietà fra gli estimatori del buon vino. Plinio il Vecchio nella sua monumentale opera Naturalis Historia descrive accuratamente il vitigno del "moscato dorato", chiamandolo uva apiana, poiché data la sua dolcezza le api ne sono ghiotte. Una vite molto diffusa in Etruria – sosteneva Plinio – importata dagli Etruschi, popolo conoscitore della coltura della vite e del vino. Nel Medioevo il Moscadello compare nei ricettari di Farmacopea come medicinale energetico e rinforzante. Alcuni documenti attestano già nel XIV un largo consumo e commercio di questo vino, specialmente a Roma. Durante la Signoria dei Medici Francesco I, per motivi diplomatici, ne inviò varie partite alla Regina Elisabetta d'Inghilterra, Cosimo III fece altrettanto con la regina Anna e con le Dame favorite di Re Carlo II, accrescendone la fama. Tuttavia il Moscadello deve gran parte della sua notorietà al medico - poeta Francesco Redi che nel suo Bacco in Toscana, nel 1685, lo rende immortale: "Del leggiadretto / Del sì divino / Moscadelletto / Di Montalcino". Il Redi con i suoi sonetti ispirò nel 1717 Bacco in Boemia di Pietro Domenico Bartoloni di Empoli: "...Già mi ribello / Dal Moscadello / Di Montalcino ...", ribadendo ancora una volta il suo stato di "vino da signore". Il Moscadello, vino sofisticato e ricercato, nell'Ottocento diventa un oggetto di culto, ammirato e decantato dai grandi poeti.
Verso la metà del XIX secolo, le moscadellaje di Montalcino furono colpite da una strana malattia detta "mal bianco". La catastrofe fu inevitabile. Seguirono poi la Peronospera (1879) e la Fillossera (1888), due terribili malattie delle viti. In poco tempo le moscadellaje scomparvero. Nel frattempo si stava facendo largo la produzione di Brunello che si sostituì a quella del Moscadello. Il Moscadello di Montalcino, oggi prodotto in piccole quantità, è un vino elegante, profumato, da bere per le grandi occasioni e le piccole, per i giorni importanti e per quelli che potrebbero diventarlo.

Rosso di Montalcino Doc: Il riconoscimento ufficiale del Rosso di Montalcino è avvenuto il 25 Novembre 1983 con l’acquisizione della DOC. Per la prima volta in Italia fu concesso di produrre due vini a denominazione di origine dallo stesso vigneto, "Rosso" e "Brunello di Montalcino". Dal Sangiovese non si ottengono soltanto vini di carattere, severi e longevi (Brunello) proprio perché destinati a durare negli anni, ma da vigne più giovani, o diversamente esposte, si raggiungono vini immediati, piacevoli e freschi (Rosso). Nato alla fine degli anni ’60 con il nome di “Vino Rosso dai Vigneti di Brunello” si è rivelato un’operazione intelligente per l’economia delle aziende perché ha consentito l’immissione sul mercato, in tempi brevi, di un prodotto meno impegnativo del Brunello, evitando così l’immobilizzo di capitale per quattro anni. Oltre al fattore economico questa possibilità ha permesso ai produttori di migliorare le selezioni delle uve da destinare all’uno o all’altro vino e ha permesso di “mettere alla prova” i vigneti giovani che abbiano meno di otto anni. Il Rosso di Montalcino è un vino armonico, elegante, sapido, non di grande impegno, ma di piacevole abbinamento. Si presenta, all’aspetto, brillante e limpido con colore rubino. All’olfatto si riconoscono profumi di bosco.

Sant'Antimo Doc:  Nonostante il profondo legame con il vigneto Brunello, negli ultimi anni i produttori ilcinesi hanno iniziato ad interessarsi ad altri vitigni, del tutto estranei alla tradizione e al territorio, come il Cabernet Sauvignon, il Merlot, lo Chardonnay e il Pinot. Sperimentare le proprie capacità, mettersi alla prova con vitigni stranieri, scoprire pregi e difetti delle nuove uve, ha azionato una serie di effetti innovativi per l’enologia nazionale ed internazionale. La DOC S. Antimo, entrata in vigore con la vendemmia 1996, rappresenta una delle DOC più innovative dell’intero panorama viticolo italiano. Questa denominazione è nata per volontà dei produttori che volevano dare una “paternità legittima” ai vini di alta qualità che non rientravano nelle denominazioni esistenti e che venivano etichettati “da tavola”. In particolare, a quei vini prodotti con vitigni “stranieri” (Cabernet Sauvignon, Merlot, il Pinot Nero e Grigio e lo Chardonnay) o con abili combinazioni di uve. Grazie anche all’introduzione di barriques bordolesi, tipiche dell’enologia francese, si ottengono selezioni interessanti e impegnative, senza mettere in discussione la supremazia del Brunello di Montalcino. La vasta gamma dei vini S. Antimo, oltre ai rossi, di cui può essere prodotto il Novello, comprende bianchi e VinSanto con uve bianche e VinSanto “Occhio di Pernice”con uve rosse.

Vino Doc Orcia: Nato nel 2000, il Vino Doc Orcia viene prodotto in un vasto territorio incastonato tra le prestigiose realtà del Brunello e del Vino Nobile di Montepulciano: 13 comuni  Buonconvento, Castiglione d’Orcia, Pienza, Radicofani, San Giovanni d’Asso, San Quirico d’Orcia, Trequanda e parte dei comuni di Abbadia San Salvatore , Chianciano Terme, Montalcino, San Casciano dei Bagni, Sarteano e Torrita di Siena – con una varietà pedologica tale da esprimere un’ampia diversità di caratteri. Ad oggi la superficie dei vigneti iscritti all’albo della Doc Orcia è pari a 400, di cui 90 ha di viticoltori associati al Consorzio, attualmente costituito da 38 produttori di cui 28 imbottigliatori. Nel 2009 la produzione rivendicata dagli associati del Consorzio è stata pari a 3800 q.li in flessione di circa il 10% rispetto al 2008, mentre il numero delle bottiglie prodotte è rimasto invariato a 160.000 pezzi. Ciò è dovuto all’introduzione dei controlli, che impone dei costi fissi in base alla produzione, per cui i produttori stanno più attenti alle quantità denunciate evitando o limitando i declassamenti successivi alla denuncia delle uve. È confortante che in un momento di crisi molto accentuata non si assista ad una diminuzione dell’imbottigliato, che invece dovrebbe ulteriormente espandersi con l’approvazione del nuovo disciplinare.

CASTELGIOCONDO 1843:
UN BRUNELLO PRATICAMENTE PERFETTO
Castelgiocondo 1843: a practically perfect brunello

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Questo sorprendente documento, pervenuto dal sig. Gilberto Cosci, è una relazione sui lavori della Commissione Ampeleografica della provincia di Siena eseguiti dal settembre 1875 all’ottobre 1876 sui vini Brunello e Moscadello presso le “Fattorie di Montosoli e Castelgiocondo”, a quel tempo proprietà famiglia Angelini.
Se ne ricava:
1. Già allora a Montalcino si producevano “... due rinnomati vini, Brunello e Moscadello, già fin dall’anntico ben noti.”
2. Il Brunello prendeva il nome dall’omonimo vitigno “... Nel Montalcinese coltivato in preferenza di ogni altro.”
3. Era un ”...vino fatto con il solo Brunello, all’assaggio limpido, di color rubino, aromatico, di grato sapore e giudicato serbevolissimo.”
4. Dalle analisi del vino eseguite in data 8 ottobre 1875 i valori risultano in linea con quelli dell’attuale diciplinare; alcool 14.2 - acidità totale 5.1 - estratto 23.28

Sebbene questi 4 punti rappresentino di per sé uno straordinario ponte con il passato, il valore assoluto della tradizione e della qualità ci vengono svelate da una breve, ma preziosissima dicitura:
“analisi Vini: Moscadello e Brunello di 32 anni”.
Le analisi sopra riportate si riferiscono ad un Brunello di 32 anni. Un Brunello analizzato nel 1875, risalente al 1843, praticamente perfetto.

This remarkable document, presented by Gilberto Cosci, is a report on the work of the Ampelographic Commission of the province of Siena, carried out from September 1875 to October 1876 on Brunello and Moscadello wines from the “Fattorie di Montosoli e Castelgiocondo,” at the time the property of the Angelini family.
It indicates that:

  1. Already then, “two celebrated wines, Brunello and Moscadello, well-known from antiquity” were being produced in Montalcino.
  2. Brunello took its name from the eponymous vine, “cultivated in the Montalcino area in preference to any other.”
  3. It was a “wine made only with Brunello, with a clear taste, ruby-red color, aromatic, with a pleasant flavor and judged well-suited to keeping for long times.”
  4. The results of the analysis of the wine made on 8 October 1875 are in line with current regulations: alcohol content 14.2, total acidity 5.1, extract 23.28.
Even though these four points represent in and of themselves an exceptional bridge with the past, the absolute value of tradition and quality is revealed by a brief, but very precious note:
“analisi Vini: Moscadello e Brunello di 32 anni”.
Thus the analysis refers to a 32-year-old Brunello. A Brunello tested in 1875, vintage 1843, practically perfect.


PREMI E RICONOSCIMENTI
Awards

1869
Esposizione agraria di Siena
Medaglia d'Argento
Vino Rosso scelto (Brunello) 1865
Clemente Santi

1904
Esposizione Industriale Internazionale Ville de Bordeaux
Diploma e Gan Premio
Vino Brunello 1894
Riccardo Paccagnini

1999
Wine Spectator
Migliori 12 vini del secolo
Brunello Riserva 1955
azienda Biondi Santi

2006
Wine Spectator - Wine of the year
Miglior vino (anno 2006) del Mondo
Brunello di Montalcino "Tenuta nuova" 2001
azienda "Casanova di Neri"

BOTTIGLIE STORICHE DI BRUNELLO
Historical bottles of Brunello
1888
Biondi Santi
1892
Fattoria dei Barbi
1915
Pertimali
1937
Franceschi
1962
Col d'Orcia
1964
Costanti
1964
Padelletti
1964
Silvio Nardi
1966
Canalicchio di S.
1966
Tenuta di Sesta
1964
Camigliano
1967
Lisini
1970
Argiano
1970
Caparzo
1971
Baricci
1972
Altesino
1973
Il Poggiolo
1974
La Fortuna
1974
San Carlo
1975
Fuligni
ETICHETTE STORICHE DI BRUNELLO
Historical labels of Brunello


metà '800
Fratelli Padelletti

1892
Fattoria dei Barbi

fine '800
Riccardo Paccagnini*

1925 - 1957
Sant'Angelo in Colle

prima metà del '900
Fattorie Montosoli e Castelgiocondo

1926-1943
Cantina sociale Biondi-Santi e C.

1964
Cencioni Giuseppe

1970
Argiano

1970
Capanna**

* Riccardo Paccagnini disegnò etichette simili a questa per quei produttori di cui egli fu enologo
* Riccardo Paccagnini designed labels similar to the ones displayed, for the producers he worked for, as wine-maker

** Etichetta del Consorzio del Brunello di Montalcino destinata ai produttori soci dal 1968 ai primi anni ‘80 
** Label of the “Consorzio del Brunello di Montalcino”, designed for the producers who were members of the organitazion since the year 1968  

1° LUGLIO 1980
il Brunello di Montalcino ottiene con decreto presidenziale la D.O.C.G .
E' il primo vino in italia
On 1 july, Brunello di Montalcino was the first wine in Italy to be awarded the D.O.C.G. label by decree of the president of Italy.

La nuova disciplina della DOCG ha avuto inizio con la vendemmia 1980. La DOC iniziò nel 1966. Il disciplinare della DOCG prevede che lo Stato, attraverso commissioni di degustatori appositamente costituite e analisi fisico-chimiche, garantisca non solo l'origine, ma anche la qualità del vino. Detta garanzia è evidenziata da una fascetta venduta dallo Stato, che deve essere applicata sul tappo.
The new DOCG regime began withthe 1980 vintage, the first in Italy. DOC began in 1966. The DOCG regulations stipulate that the Italian government, through specifically appointed tasting committees and physical and chemical analyses, guarantees not only the origin but also the quality of the wine. This guarantee is attested by an official strip of paper sold by the government, which is pasted across the cork.


Bollino del vino Brunello emesso dall 1942 al 1966 (anno di assegnazione della DOC al Brunello) dal Consorzio Chianti Colli Senesi.
Stamp for Brunello wine issued in 1942 and countinuinguntil 1966 (the years Brunello was designed a DOC wine) by the consurtium of the Chianti Colli Senesi.


Bollino del vino Brunello emesso ndal 1967 (anno di nascita del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino) al 1985.
Stamp for Brunello wine issued from 1967 (years of the foundation of the Brunello di Montalcino wine Consortium) until 1985.
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Bollino del vino Brunello emesso dal 1985 (anno di passaggio dalla DOC alla DOCG) per la vendemmia 1980.
Stamp for Brunello wine issued in 1985 (when DOC was upgraded to DOCG) for the 1980 vintage.

Le cantine storiche del Brunello di Montalcino: Pagina in costruzione