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lunedì 10 febbraio 2014

Geotermia, la guerra della Val d'Orcia. Il Brunello dice no all'impianto

Montenero d'Orcia
(di Andrea Cappelli)
Uno dei paesaggi più belli di Toscana, la collina di Montenero tra la Val d’Orcia e l’Amiata, rischia di essere sconvolto da un impianto geotermoelettrico.
MONTALCINO - VAL D'ORCIA: La Regione Toscana negli ultimi decenni ha molto puntato sul paesaggio,
sull’ambiente e sull’agricoltura di qualità come fonti di benessere e di ricchezza per gli abitanti e al contempo come fondamentali presidi del territorio. In una regione coperta da foreste per il 51% della sua estensione, pare normale che proprio il territorio e la sua salvaguardia rappresentino due capisaldi delle politiche agricolo-forestali, economiche e sociali. “Diventa dunque difficile capire come mai proprio la Regione Toscana abbia potuto rilasciare ben 38 permessi di ricerca per il reperimento della risorsa geotermica. Ma partiamo dall’inizio - afferma Patrizia Cantini per il Comitato per la Difesa della Val d’Orcia Inferiore - ossia da quando il Decreto Legislativo numero 22 dell’11 febbraio 2010 ha liberalizzato l’attività geotermoelettrica. La Toscana è stata subito sommersa dalle richieste e di queste appunto 38 sono andate a buon fine. Le concessioni sono tutte concentrate nelle province di Grosseto, Siena e Pisa per un totale di circa 3000 kmq. In particolare, la multinazionale portoghese Gesto Energy consulting - specializzata in impianti solari, eolici, idroelettrici e geotermici – per mezzo della sua consociata Gesto Italia srl ha ottenuto 3 licenze di ricerca in Toscana, una delle quali è denominata ‘Montalcino’. La concessione riguarda un’area di 65 kmq comprendenti un lembo del territorio di Montalcino e i comuni di Castel del Piano, Arcidosso e Cinigiano. In seguito la Gesto Italia srl si è concentrata su una porzione di questo territorio pari a circa 30 kmq nel comune di Castel del Piano e ha richiesto al Ministero per lo Sviluppo Economico la possibilità di erigervi una centrale geotermoelettrica dalla potenza massima di 5 Megawatt”. Con il Decreto Legislativo numero 28 del 2011 infatti il Governo italiano ha dato il via alla nascita – su tutto il territorio nazionale – di 10 centrali geotermoelettriche sperimentali a basso impatto ambientale che non superino la potenza di 5 Megawatt. Di queste, ben 4 nasceranno proprio in Toscana. La Gesto Italia srl ha individuato in Montenero d’Orcia – paese arroccato sull’omonima collina posta a cavallo tra la Val d’Orcia e le pendici del monte Amiata – il luogo “ideale” per la nascita della centrale sperimentale e sta seguendo tutto l'iter richiesto dal Ministero dello Sviluppo Economico e da quello dell'Ambiente per poter procedere con lavori. “I cittadini dell’area interessata sono venuti a conoscenza del progetto in maniera casuale qualche settimana fa - continua Patrizia Cantini - e subito sono iniziate le proteste nei confronti del sindaco Claudio Franci. Le proteste si sono ben presto allargate ai comuni circostanti, e in maniera particolare a quello di Montalcino, patria del Brunello, uno dei vini più famosi al mondo. Quest’area infatti non è soltanto di altissima rilevanza paesaggistica – non a caso la Val d’Orcia è tutelata dall’Unesco dal 2004 – ma dà anche vita a prodotti agroalimentari di altissima qualità. Oltre al Brunello nei dintorni dell’Amiata nasce un altro vino a denominazione di origine: il Montecucco, ma soprattutto a Montenero viene prodotto uno degli oli più celebrati di Toscana. Questa collina è una micro area dove insiste l’Olivastra Seggianese, una pregiata cultivar di olivo presente soltanto nella zona amiatina tra le province di Grosseto e Siena e che tutti i conoscitori di extra vergine considerano a ragione un bene prezioso da tutelare”. Il Comitato per la Difesa della Val d’Orcia Inferiore – che si era formato in occasione dell’ipotesi di costruzione di una centrale a biogas a Santa Rita riuscendo a bloccare il progetto – ha deciso di lavorare a fianco della popolazione per ostacolare la nascita di una centrale geotermoelettrica che non solo deturperebbe in maniera irreparabile il paesaggio, ma che metterebbe le popolazioni a serio rischio di inquinamento ambientale e di sismicità indotta. Il progetto prevede di effettuare trivellazioni fino a profondità di 1800 metri per raggiungere il bacino geotermico a media entalpia, con temperature fino a 150 gradi. “I rischi di causare fenomeni di sismicità indotta sono reali, come ha spiegato il professor Marco Mucciarelli - docente di Sismologia Applicata presso la Scuola di Ingegneria dell'Università della Basilicata e direttore del Centro Ricerche Sismologiche dell'Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale – in una recente intervista concessa all’emittente Radio Toscana Web. L'estrazione e la reimmissione di fluidi a temperature diverse nelle profondità della terra possono dare origine a fenomeni sismici anche di rilievo. In Svizzera, a Basilea – intende ricordare Patrizia Cantini - si sono verificate qualche anno fa scosse sismiche di magnitudo superiore al terzo grado, tanto che l’impianto geotermico è stato dimesso e si è dovuto investire 70 milioni di euro per riparare ai danni. Sempre in Svizzera, nel Cantone di San Gallo l’estate scorsa la scossa si è verificata addirittura in fase di perforazione e anche in questo caso ha superato il terzo grado di magnitudo. Qualche sera fa a Montenero d’Orcia si è tenuta un’assemblea cittadina alla quale hanno partecipato il sindaco di Castel del Piano Franci e quello di Montalcino Silvio Franceschelli, oltre al consulente del Consorzio del Brunello Giampiero Pazzaglia. Nel frattempo, la deputata grossetana Marisa Nicchi di Sel ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministero dello Sviluppo Economico e al Ministero dell’Ambiente per capire come la Gesto abbia avuto il permesso di eseguire perforazione su un’area di 35 chilometri quadrati alla ricerca di calore geotermico”. In seguito alla pubblicazione di alcuni articoli su quotidiani regionali, la Regione Toscana ha emesso un comunicato nel quale ribadisce come buona parte delle competenze in materia siano delegate al Ministero e che quello dell'Ambiente deve verificare l'impatto ambientale dell'impianto geotermoelettrico previsto a Montenero. Solo alla fine della verifica dell'impatto ambientale anche la Regione dovrà comunque esprimere il proprio parere e l'intesa con il governo regionale è vincolante. “Nel comunicato la Regione precisa anche che la Gesto avrebbe dovuto organizzare iniziative pubbliche per presentare il progetto ai cittadini, cosa che non è avvenuta. La Gesto invece per ora si è limitata a contattare direttamente i proprietari dei terreni interessati. La Regione infine ha annunciato di avviare un percorso informativo con i cittadini dei comuni interessati dai permessi (circa una cinquantina) e nel frattempo, in data 28 gennaio il presidente Enrico Rossi ha siglato un accordo con la Rete Geotermica – ossia il network di imprese che si è costituito nell'ottobre del 2013 e della quale danno parte quasi tutti gli operatori attualmente titolari di permessi di ricerca in Toscana insieme a soggetti industriali della filiera della geotermia – per dare il via libera ai nuovi progetti compreso quello che prevede il raddoppio delle centrali geotermoelettriche sull’Amiata con ulteriore scempio del territorio. La sigla di questo accordo fa chiarezza su quelle che sono le reali intenzioni della Regione, che non si fermano neppure di fronte alla Val d’Orcia patrimonio Unisco”. Ma il Comitato per la Difesa della Val d’Orcia Inferiore ha già pronta una petizione per opporsi al progetto della centrale di Montenero e al conseguente scempio del paesaggio, fonte di turismo, di ricchezza e di futuro per i giovani.

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