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mercoledì 18 luglio 2012

La Salvia

di Francesco Matteucci          
(VAL D'ORCIA - terra d'eccellenza, n°6)
Mio padre, nato alla fine dell’ottocento, tenendo con il pollice una foglia di Salvia appoggiata sui denti, la strusciava con energia, anche per due volte al giorno, come si fa oggi con spazzolino e dentifricio. Aveva imparato questa strana tecnica, a poco più di diciotto anni, da un Generale dell’Esercito Italiano, con il quale era rimasto per qualche mese a lavorare come attendente alla fine della guerra 15-18. Ad ottanta anni aveva perso un solo dente perché, schiacciando con questi le noci, si era rotto.
La usavano gli alchimisti egiziani, insieme ad altre profumate spezie, per imbalsamare i morti, la usavano gli atleti greci nelle prime olimpiadi, e gli organizzatori non volevano, “doping”;  raccontano  Discoride e Galeno, a conferma della tecnica di mio padre, che era uso popolare usarla sui denti per stimolarli, sbiancarli e togliere il cattivo alito. Racconta inoltre Discoride che si usavano una o due foglie di Salvia fresca sulle ferite come disinfettante, ed anche oggi si può fare, in mancanza di un rimedio  più  immediato, aspettando poi di curarsi con medicamenti appropriati.
I Romani la chiamavano salus (salute) Salvia o herba sacra ed era usatissima in cucina come pianta aromatica, conferendo così, ieri come oggi, un gustoso sapore ai cibi non sapendo però che alcune sue proprietà officinali ne facilitano la digestione. Linneo le attribuì il nome di officinalis  per il suo conosciutissimo, nei secoli, uso in erboristeria.
La Salvia officinalis, all’interno delle Labiate, è una delle circa 900 specie distribuite su tutti i continenti con caratteristiche diverse per morfologia, biologia e merceologia. La “nostra” ha foglie  di colore verde con sopra appiccicata una leggera velatura di polvere; rilascia allo stesso tempo un forte odore canforato, dovuto al suo olio essenziale.
Le proprietà riconosciute alla Salvia sono molteplici. Riesce a regolarizzare il flusso mestruale, contrasta i disturbi della menopausa, riduce la sudorazione di mani e ascelle e quella di malati e convalescenti facendo bagni, maniluvi e pediluvi e sempre per le stesse finalità può essere assunta sotto forma di tisana, di tintura idroalcolica o di olio essenziale (usato con cautela). Contro l’eccessiva sudorazione il beneficio ricavato da alcune somministrazioni può durare anche per diversi giorni. Blocca la secrezione lattea riuscendo a svezzare i bimbi più grandicelli che mal volentieri lasciano il seno materno. La Salvia ha proprietà digestiva, stimolante delle funzioni gastriche e dell’appetito, antisettica ed antispasmodica; efficace contro infiammazioni di gola e tonsille perché l’olio essenziale in essa contenuta svolge azione lenitiva. Ottima per ulcere della bocca e stomatiti, allevia il gonfiore addominale, abbassa gli zuccheri nel sangue, ha azione fungicida, antibatterica e cicatrizzante grazie all’azione della salvina, aumenta le capacità della memoria ed in infuso bollito (vino rosso, salvia e miele) è calmante della tosse secca.
I principi attivi della Salvia sono gli acidi fenolici (rosmarinico, clorogenico, caffeico, oleanolico), i principi amari come la picrosalvina e la salvina, i flavonoidi glucosidi dell’apigenina e della luteolina, i triterpeni come la betulina e vitamine B1 e C.
L’olio essenziale contiene alfa e beta tujoene, alfa e beta pinene, limonene, confora, cineolo, borneolo e acetato di linalile. L’olio, preso sempre sotto prescrizione medica, ha azione antimicrobica, antiossidante e lenisce i disturbi gastrointestinali.
Ma non tutte rose e fiori sono le sue proprietà; infatti ha diverse controindicazioni e direi in alcuni casi veri e propri divieti. Contiene un chetone neurotossico (tujone) che se ingerito ad alte dosi, ha un impatto negativo sia sull’uso culinario che su quello medicinale. La Salvia si usa dunque sempre come aroma ma mai come insalata e una normativa europea stabilisce il limite massimo di tujone nei cibi che è di 25mg/Kg nel caso di cibi aromatizzati con la stessa.
Nelle fasi curative la neurotossicità del tujone può generare crisi convulsive, quindi da evitare preparati a base di salvia, peggio ancora cure con oli essenziali, per chi soffre di epilessia. Olio essenziale ed estratti alcolici sono vietati durante la gravidanza sia perché stimolano le contrazioni uterine, sia perché riescono a bloccare la lattazione. L’uso medicinale della salvia è sconsigliato per chi soffre di disturbi renali. Possono essere tossici, quindi da scartare, preparati ad uso locale come creme e oli da massaggio che  vengono assorbiti attraverso la pelle o le mucose.

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