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domenica 18 dicembre 2011

Tracciabilità e salubrità del latte di pecora della zona dell'Orcia-Crete

(Tratto da: www.sienafree.it)
Prodotti della grande tradizione toscana, come ad esempio il pecorino di Pienza, subiscono spesso contraffazioni sul mercato a danno di quei pastori che allevano le loro pecore in territori ad alto pregio naturale e ad elevata biodiversità come i pascoli delle Crete e della Valdorcia.
La garanzia della qualità e dell’origine dei prodotti lattiero caseari delle Valdorcia-Crete è stata l’obiettivo di una ricerca condotta dal CNR ISA di
Avellino e da Legambiente Toscana per conto della Regione Toscana e della Provincia di Siena. Le analisi biochimiche e microbiologiche non hanno dato particolari risultati dal punto di vista delle molecole probiotiche (capacità di resistenza a determinati patogeni), ma sotto il profilo proteico hanno dimostrato una notevole affinità dei 4 campioni aziendali. La ricerca ha prodotto risultati significativi sulla tracciabilità del latte prodotto nel comprensorio. I campioni sono stati messi a confronto con il latte proveniente da pecore dell’Irpinia e il test ha rilevato scostamenti significativi tra le due serie. Inoltre, secondo il coordinatore scientifico del progetto (prof. Filomena Nazzaro del Laboratorio di Biotecnologie e Sicurezza Alimentare), le attuali microtecnologie per l’analisi del profilo proteico del latte, data la loro relativa semplicità ed economicità, sono direttamente utilizzabili dagli stessi caseifici o consorzi della zona.
Sono questi i risultati presentati stamani nel corso di un incontro tecnico presso il Palazzo Comunale di Montepulciano, alla presenza del dirigente della Regione Toscana Maurizio Bonanzinga, dell'assessore all'Agricoltura della Provincia di Siena Anna Maria Betti, del coordinatore del progetto per Legambiente Toscana Beppe Croce, dell'assessore all'Attività Produttive di Montepulciano Franco Rossi, e di Filomena Nazzaro di ISA - CNR (Istituto di Scienze dell’Alimentazione - Consiglio Nazionale delle Ricerche).
“Il nostro obiettivo era verificare ed evidenziare il circuito virtuoso tra territori ad alto pregio ambientale, buoni sistemi di allevamento e produzioni di qualità – dichiara Beppe Croce, coordinatore del progetto per Legambiente - applicando metodologie innovative di indagine biochimica e biomolecolare”.
La tracciabilità dei prodotti lattiero caseari mediante utilizzo di metodologie immunochimiche e l'identificazione di molecole e microrganismi ad attività benefica nel latte di pecora e nei prodotti lattiero caseari derivati, sono stati i principali temi discussi dell'incontro tecnico. Il lavoro è stato fatto su campioni di latte e formaggi, presi in diversi periodi, di 4 allevamenti del comprensorio Valdorcia-Crete (Sanna, Cugusi, Puggioni, Cosseddu) di cui uno, Puggioni, possiede un caseificio anche a Contigiano.
Tutelare i produttori locali dalle contraffazioni e dalla uniformazione sui mercati con prodotti di massa realizzati a costi inferiori; tutelare il consumatore sull’origine e sulla lavorazione delle materie prime utilizzate, promuovere il consumo di prodotti tipici e tradizionali locali, sensibilizzare l’opinione pubblica sul nesso tra prodotti alimentari salubri e di qualità, paesaggio e tutela della biodiversità e delle risorse naturali, stimolare nuove iniziative per il rafforzamento di filiere agroalimentari del territorio Orcia-Crete: sono stati gli obiettivi primari del progetto.
Il progetto territoriale di ricerca sulla “Tracciabilità e Salubrità del latte di Pecora della zona dell’Orcia-Crete” avviato nel 2008 si inserisce nel filone di attività di ricerca promosse e finanziate dalla Regione Toscana al fine di caratterizzare i prodotti legati a specifici territori quale è il caso delle produzioni casearie ovine delle zona dell’Orcia Crete senesi. Il progetto, promosso da Legambiente Toscana, è stato cofinanziato dalla Regione Toscana e dalla Provincia di Siena; l’attività di ricerca è stata condotta dal Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Scienze dell’Alimentazione (ISA-CNR) di Avellino.
Nelle immagini la visita agli allevamenti ed al caseificio Cugusi che ha concluso la presentazione del progetto (foto Ilario Ciurnelli)

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