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mercoledì 27 gennaio 2016

San Vincenzo, il Santo patrono dei vignaioli

“Se a San Vincenzo è freddo e chiaro, travasi nella botte un vino raro”.
Con questo proverbio, come consuetudine de decenni, Maria Elisabetta Fagiuoli ha invitato sabato 16 gennaio il mondo del vino a festeggiare il santo patrono dei vignaioli con una santa messa nella suggestiva chiesa templare di San Jacopo del XII secolo a San Gimignano.
Il culto di San Vincenzo Ferrer nasce in Francia, dove si tramanda la leggenda che un giorno il Padre Eterno pregò San Vincenzo di andare sulla terra per benedire i suoi devoti.
Il Santo trovò ospitalità in un monastero dove si coltivava la vite e si produceva vino. I monaci gli offrirono abbondanti calici del loro pregiato nettare e il Santo si trovò tanto bene presso di loro che, preso da ebbrezza, si dimenticò la via per ritornare in Paradiso. Dio per punirlo lo trasformò in una statua di pietra, lasciandolo per qualche tempo in quella situazione. Ripresa dal Santo la via del cielo, la statua rimase ai monaci che la posero nella loro cantina.

San Vincenzo diacono e martire a Saragozza, che viene spesso raffigurato con un grappolo d’uva in mano e la palma del martirio, è ancor oggi molto noto in Francia come protettore dei vignaioli e dei loro prodotti, ma anche in Italia, in tempi remoti, i contadini si rivolgevano a San Vincenzo quando erano flagellati da calamità naturali, come siccità, piogge torrenziali, malattie alle colture, alle quali non si sapeva porre rimedio.

Così anche quest'anno la signora di Montenidoli, anima e motore di questo luogo di straordinaria suggestione nonché azienda di riferimento in quel di San Gimignano, ha voluto festeggiare il vino nuovo che è arrivato e comincia la sua storia con una lunga tavolata di circa cento ospiti, arrivati anche dalla Francia, per un pranzo di ringraziamento dal sapore antico in onore di San Vincenzo, che ha anche un po' il sapore di un  gemellaggio sui generis. Il menu, di amorevole fattura casalinga e scandito da innumerevoli portate, ha la funzione di accompagnare ogni vino raccontato da ciascun produttore in un percorso permeato da passione vera e da una rara ’atmosfera di complicità che si instaura fra i presenti, con sullo sfondo il comune denominatore della sensibilità ambientale.

(di Roberto  Cappelli)

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