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lunedì 30 dicembre 2013

Se mignola d’aprile vai col barile; se mignola di maggio giusto per assaggio; se mignola di giugno ne prendi un pugno.

di Giorgio Franci      
(VAL D'ORCIA - terra d'eccellenza, n°12)
La natura è staticità e mutevolezza. Lo vedo quando osservo una pianta d'olivo, che, vigorosa e resistente, attraversa gli anni, i decenni, i secoli, come un gigante inamovibile. E poi penso alla particolarità di ogni annata olivicola, che non si ripete mai identica alla precedente e non sarà come quella successiva. Per questo, come per ogni raccolto, il clima è una variabile decisiva. Sta all’abilità, all’esperienza e alla passione di chi lavora saper accogliere gli eventi e gestire i frutti. La storia
dell’annata 2013 inizia a esser scritta in primavera. Una primavera di piogge copiose, che hanno dato al terreno sufficienti risorse e riserve idriche per i tempi a seguire. Al momento di sbocciare, la campagna è partita in generale ritardo. Così è stato anche per gli olivi, fioriti copiosamente, ma a primavera ormai inoltrata. Un segno non incoraggiante, se si pensa al proverbio “Se mignola (fiorisce) d’aprile / vai col barile; se mignola di maggio / giusto per assaggio; se mignola di giugno / ne prendi un pugno” – in altre parole: da fioritura tardiva aspettati un raccolto deludente. La realtà sembrava smentire il detto, l’allegagione (sviluppo dei frutti) è stata abbondante nella maggior parte dei terreni, fatta purtroppo eccezione per l’area di coltivazione dell’olivastra seggianese: da questo punto di vista, le aree dei comuni di Arcidosso e Castel del Piano hanno avuto risultati particolarmente deludenti, mentre è andata un pò meglio nella zona di Seggiano. E così siamo arrivati all’estate, stagione che la maggior parte degli olivi ha potuto affrontare su terreni provvisti di ottime scorte idriche, rimpinguate regolarmente dai temporali di giugno e luglio. A fine giugno si aveva l’immagine di una vegetazione stupenda, pronta ad aprire scenari di raccolte eccellenti non solo per il 2013, ma anche per il 2014. A luglio, tuttavia, la fase dei temporali ha virato, in piccole aree circoscritte, verso un’insistenza di precipitazioni notevolmente violente con annesse grandinate (e, purtroppo, relativi danni). Nella seconda metà di luglio e ad agosto, invece, le precipitazioni sono state decisamente esigue, tanto da far esaurire le preziose risorse idriche dei terreni. E così gli olivi, abituati a bere bene, si sono ritrovati di colpo col bicchiere vuoto. Questo passaggio ha comportato uno stress idrico molto importante per gli alberi, tale da segnare nettamente il seguito della campagna. A metà settembre ci trovavamo di fronte a oliveti sofferenti, con frutti disidratati, dal nocciolo grande e privi dell’umidità in polpa tipica del periodo. E in autunno l’ennesimo “turning point”, la mano che cambia le carte in tavola: tra fine settembre e inizio ottobre è arrivato un altro ciclo di piogge, protrattosi fino a novembre, che ha “gonfiato” le olive d'acqua. I frutti hanno raggiunto sì una bella pezzatura, ma la molta acqua all’interno li ha resi pesanti e, in molti casi, il picciolo, indebolito dalla precedente penuria idrica, li ha lasciati cadere. In frantoio le rese sono state basse, soprattutto nelle prime partite molite e gli oli non sono risultati molto concentrati. Di sicuro la situazione di quest’anno è assai diversa, se non opposta, all’annata 2012, di cui ricordiamo i prodotti di gran struttura con livelli di polifenoli antiossidanti a dir poco straordinari. Rispetto a quei profili estremamente ricchi e complessi, i nostri oli 2013 hanno fruttati più lievi con note amare e piccanti meno decise e, per questo, saranno più “facili” per il grande pubblico. Nonostante la campagna olivicola non sia ancora terminata, è già possibile fare un primo bilancio: sotto l’aspetto della quantità, possiamo dirci soddisfatti, purtroppo, come già accennato, ci sono state alcune criticità, in particolare per la produzione d'olivastra nella zona del Monte Amiata, danneggiata, oltre che dalle difficoltà climatiche, anche dagli attacchi di quel piccolo, insidioso parassita che è la mosca delle olive (Bactrocera oleae), un vero incubo per molti coltivatori locali. Le quantità di olivastra “salvate”, di fatto, non sono state cospicue, tanto da rendermi indeciso fino all’ultimo se uscire o meno quest’anno con la nostra etichetta di monovarietale Selezione Fruttato Leggero “Olivastra Seggianese” o “elaborare” un extravergine delicato alternativo (con la risposta finale: la nostra Olivastra si farà, in quantità limitatissima, ma si farà). Salvo questo caso specifico, possiamo in generale parlare di una buona quantità d'olive, tendente all’abbondanza. Considerando però il “livellamento” delle basse rese, la produzione d'olio rientra nei livelli di un’annata normale. La differenza più rilevante, rispetto a una “campagna media”, però, riguarda i costi di produzione, in cui la voce “raccolta”, sempre a causa delle rese basse, ha avuto un’incidenza importante. Ciò nonostante, vista la fase d’instabilità e fragilità che l’economia nazionale e internazionale sta attraversando e anche alla luce di una contrazione considerevole del consumo di olio extravergine d'oliva a favore a oli e grassi meno costosi (ma anche meno salutari), è importante e opportuno andare incontro alle esigenze di mercato, limitando il peso di queste spese sul costo finale al consumatore. La produzione del Frantoio Franci avrà ovviamente la propria continuità di qualità superiore, presentando le particolari coloriture dell’annata, ossia la generale tendenza a gusti e profumi più morbidi. Ma non temete, perché grazie al gran lavoro d’innovazione e selezione accurata svolto dal Frantoio Franci, le grandi intensità dei nostri campioni “Villa Magra”, “Moraiolo” e “Villa Magra Grand Cru” continueranno a entusiasmarvi con le loro ricche note erbacee, amare e pungenti. E, per cominciare bene la stagione, il primo dicembre a Roma, la prestigiosa guida internazionale ai migliori extravergine d'oliva del mondo “Flos Olei 2014” curata dall’enogastronomo ed esperto d'olio Marco Oreggia ha conferito al nostro “Villa Magra” il premio “Miglior Olio Blended Fruttato Intenso”. Se il buongiorno si vede dal mattino, si prospetta una stupenda giornata su Montenero d’Orcia.

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