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lunedì 15 luglio 2013

È tempo di dare sostanza amministrativa al Parco della Valdorcia

di Giorgio Scheggi         
(VAL D'ORCIA - terra d'eccellenza, n°10)
“Se ho visto famosi studiosi e professori impappinarsi qua e là, ho avuto modo di conoscere da vicino ministri e parlamentari di lungo corso, e pranzare con loro prima e bere con loro dopo, per restare tutte le volte stupito di quanto fosse ignorante e talora anche completamente stupida la gente che pretendeva di governare il paese” - Christopher Hitchens in Hitch 22 – Einaudi. Questa citazione mi spinge ad appiopparvene un'altra, che, seppure ancor più
amara della precedente, strappa almeno un sorriso: “l'ottimismo, in sostanza, è mancanza di informazioni”.
Il legame tra le due citazioni lo lascio a voi, ciò che mi interessa, in realtà è implorare tutti, governati e governanti, di informarsi, studiare, chiedere, ascoltare. Con questo intervento, tuttavia, proverò a spezzare la logica che sottende ai due aforismi: partecipando, si hanno più informazioni e si migliora, solo in virtù di ciò, la qualità dei nostri governanti che si sentiranno obbligati ad essere all'altezza dei quesiti che gli porremo.
L'anno prossimo alcuni Comuni della Valdorcia rinnoveranno i propri Sindaci e relativi Consigli Comunali. Se qui viviamo e qui vorremmo vivere affideremo a loro una quota non piccola del nostro futuro. In forma singola o associata, le nostre amministrazioni se la dovranno vedere con problemi molto più grandi delle piccole risorse di cui disporranno. Più volte abbiamo evocato qui ipotesi di lavoro, progetti, che potrebbero non solo risollevarci dal coma nel quale versiamo, ma che avrebbero in se' la capacita'di indicare un percorso di lungo respiro. E' il tema del Parco Agricolo, dello sviluppo in forma associata della Doc Orcia, degli investimenti nel termalismo e nei servizi al turismo. Ma i prossimi dieci anni saranno anche il tempo di nuovi soggetti comunali nel nostro territorio. Nessuno può ragionevolmente pensare che sia meglio attendere un provvedimento legislativo che sopprima i piccoli Comuni (si parla di numero di abitanti, naturalmente) piuttosto che governare una fase di accorpamenti, fusioni che nel nostro caso significherebbe dare sostanza amministrativa al Parco della Valdorcia. Nessuno perderebbe nulla e tutti acquisteremmo un Comune più grande e autorevole, nuove risorse finanziarie arriverebbero e non ultimo saremmo tutti obbligati a pensarci come territorio nel suo insieme ed a programmare interventi e investimenti con una visione d'insieme che farebbe bene al nostro cervello prima che a tutto il resto.

Più volte abbiamo sottolineato che le singole micro identità "l'esser monticchiellesi o vivaioli o sanquirichesi" non spariranno in ragione di un nuovo disegno istituzionale, anzi, è più probabile che si rafforzerebbero. Ciò che ci manca, in realtà, è il coraggio e l'immaginazione e quelli non ce li regalerà nessuno. Che dite, giochiamo a fare gli ottimisti?

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