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venerdì 3 giugno 2011

Tornano “mirimossi”, "cazzagnoli" e trebbiatura

Nell’area riservata all’iniziativa funzioneranno esposizioni gastronomiche al coperto con menù della tradizione contadina, con imperdibili i piatti di superba pasta locale.
La festa dedicata agli antichi mestieri è un appuntamento nato per riscoprire antichi mestieri e tradizioni popolari, e anche per gustare la buona cucina di un tempo lontano ma sempre vivo.
Senza tralasciare il sano divertimento con musica popolare e folclore. E sarà possibile visitare una mostra di antichi attrezzi agricoli, e assistere alla rievocazione mietitura a mano, della trebbiatura con macchine d'epoca, della mungitura. E gli antichi mestieri sono solo alcuni degli elementi di attrazione.
C’è poi la musica popolare, i balli e i banchetti luculliani.
Nell’area riservata all’iniziativa funzioneranno esposizioni gastronomicche al coperto con menù della tradizione contadina; imperdibili i piatti di pasta locale: oltre ai pici, i tipici “cazzagnoli”. La festa, è curata della Pro loco in sinergia con Comune, Auser, contrade, di Motorsport e attività commerciali, ha assunto un grande significato per tutto la comunità.
E suscita commozione a chi ha vissuto l’epoca della mezzadria. Cene e balli, trebbiatura e altre attività manuali ritornano ciò che furono: occasioni di incontro, ma anche di attrazione. E non solo per i turisti
Si comincia giovedì 2 giugno, alle 10.30, con l’antica mietitura a mano e lo “sdigiuno” contadino. Alle 15.30 mungitura, maestri funai all’opera e ballo della quadriglia. Dalle 17 spettacolo con il gruppo itinerante “I vagabondi” e, alle 21.30, orchestra Barbanera. Venerdì 3 giugno l’attesa cena e veglia nell’aia, a partire dalle 19,30.
E sabato 4 cena e ballo con l’orchestra “Olivelli”. Nella giornata finale, domenica 5 giugno, dalle 10, tradizionale sfilata di macchine agricole e, alle 15.30, la rievocazione della trebbiatura con macchine d’epoca, “accimatura” del pagliai.
E poi tutti a ballare quadriglia. Alle 17 si svolgerà gruppo dei “Seggiano folk” e, alle 21.30, ballo conclusivo con i “Pathos”. Per tutta la giornata sarà possibile assistere alla concia di pelli e alla lavorazione . Vedremo all’opera antiche macchine agricole, fabbri, falegnami, lavandaie, ricamatrici, armaiole e botteghe artigiane.
Tutto ciò animerà le vie del corso, fornite per ospitare cantine. Radicofani , insomma, tornerà quella di una volta, con sua identità profonda. E non è difficile tra le strette vie e i muri in pietra delle case, all’ombra della rocca, ricreare un’atmosfera del tempo che fu. «L’evento – rileva il primo cittadino Massimo Magrini – non vuole essere folcloristico, ma intende recuperare un rapporto con la nostra storia recente, con la nostra identità. Per questo tutta la popolazione si sente coinvolta, in maniera spontanea».
(tratto da: www.frescodiweb.it)

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