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martedì 31 maggio 2016

Val d'Orcia: è ora di parlare di fusioni

A lanciare la proposta Valeria Agnelli, Sindaco di San Quirico d’Orcia.
Uno dei paesaggi di cipressi più celebri della Toscana nel Comune di San Quirico d'Orcia (SI) nel Parco della Valdorcia «La Val d’Orcia deve lavorare sempre più insieme partendo da cultura e turismo. E’ arrivato il momento anche per il nostro territorio di pensare ad un’integrazione sempre maggiore di questi servizi e io ritengo che i cinque Comuni
debbano lavorare insieme per la programmazione e gestione dei servizi fin dal 2017». A lanciare la proposta Valeria Agnelli, Sindaco di San Quirico d’Orcia che spiega come serva «la definizione di una strategia comune di sviluppo e promozione, una programmazione sui principali eventi del territorio e la definizione di politiche di marketing territoriale e turistico per la valorizzazione del brand Val d’Orcia».

«I Comuni del Parco artistico naturale e culturale della Val d’Orcia – San Quirico d’Orcia, Montalcino, Pienza, Castiglione d’Orcia, Radicofani – spiega Agnelli – stanno lavorando per portare avanti l’accordo con la Regione Toscana sulla gestione e valorizzazione del paesaggio della Val d’Orcia; è iniziato, inoltre, un forte rilancio sui progetti legati al sito Unesco, ma a mio avviso nei prossimi mesi, dovremo necessariamente ragionare degli assetti istituzionali e della riorganizzazione del nostro territorio.
Il grande fermento sulla riorganizzazione istituzionale su cui si discute in queste settimane è sicuramente giustificato ma dobbiamo riuscire a guardare al futuro senza pensare di creare sovrastrutture che non sarebbero in linea con il tempo storico che stiamo vivendo.
Io ritengo che si possa iniziare a parlare in modo sereno anche di fusioni, purché non siano imposte dall’alto. Oggi questa parola non è più un tabù e per la Val d’Orcia potrebbe anche essere un’opportunità per avere quel giusto livello di integrazione nella gestione dei servizi da una parte e valutare se esista anche la possibilità di razionalizzare dei costi dall’altra. In questa fase di grandi difficoltà economiche per i cittadini e per gli enti – prosegue Agnelli – non possiamo certo sottovalutare la possibilità di accedere a finanziamenti e alle progettualità che le fusioni portano dando ai Comuni la possibilità di intervenire diminuendo la tassazione. Certamente non possono essere queste le uniche motivazioni ma è necessario porre sul tavolo tutti gli elementi per una valutazione che sia la più oggettiva possibile senza parlare con la “sola pancia”. Il percorso –conclude Agnelli – non è facile e deve essere fatto partendo dal basso, dai cittadini. Solo le persone hanno la titolarità a decidere».

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