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mercoledì 2 settembre 2015

Ghino di Tacco non era amiatino

La storia di Ghino di Tacco, il famoso “ladro gentiluomo”, e il cosiddetto “Robin Hood italiano” è strettamente legata a Radicofani, non all’Amiata. Questa considerazione oggettiva, scontata, sembra essere essa in discussione da una iniziativa messa a punto dall’Osa, gli operatori scolastici amiatini, associazione che ha coinvolto Notthingam nel nome delle figure dei due personaggi, appunto, Ghino di Tacco e Robin Hood.
Peccato che, mentre l’inglese è realmente legato alla foresta della città britannica, il nobile nato alla Fratta è stato preso in prestito da un territorio dove non ha mai lasciato tracce. In pratica, si è verificata una sorta di “usurpazione” che stride ancor di più se pensiamo che nasce da insegnanti, con l’aggravante di una promozione dell’evento  che nemmeno cita Radicofani.

Così, il sindaco Francesco Fabbrizzi, è stato costretto a scrivere agli inglesi che saranno ospiti dell’iniziativa, per fare alcune precisazioni. Ha dovuto spiegare “che il castello di Radicofani è legato alle gesta di Ghino di Tacco di cui si impossessò nel 1297. Dal suo rifugio, attraverso il quale controllava i traffici lungo la via Francigena, Ghino di Tacco divenne il Robin Hood Italiano, di cui vi sono testimonianze sia nella Divina Commedia di Dante Alighieri che nel Decamerone di Boccaccio ed altre fonti storiche. Da queste risulta inequivocabilmente che Ghino di Tacco è vissuto a Radicofani e non a Piancastagnaio, distante dal mio comune 30 minuti di auto e che appartiene all'Amiata, territorio montano esterno alla val d'Orcia. Chiunque voglia visitare i luoghi dove è vissuto Ghino di Tacco dovrà venire a Radicofani. Tutto questo per specificare che Ghino di Tacco non ha nessun legame con Piancastagnaio e il monte Amiata.
Sarei interessato a intraprendere con voi iniziative comuni che tengano conto effettivamente della storia con l'intento comune di tutelare insieme l'immagine del comune di Radicofani”.

Ovviamente, la questione non sarebbe nata se ci fosse stato a priori un corretto coinvolgimento del Comune di Radicofani. Ciò non è avvenuto ma, al contrario, stanno circolando brochure, comunicati stampa e informazioni su internet che associano Ghino all’Amiata, senza minimamente citare Radicofani. “Devo tutelare il mio territorio, e rispondere alla perplessità dei miei concittadini – dichiara il primo cittadino Fabbrizzi – e dopo aver cercato inutilmente di invitare l’organizzazione amiatina a una maggiore trasparenza nell’informazione, sto ancora attendendo risposte su almeno due piani: l’esatta collocazione geografica della figura di Ghino di Tacco, il coinvolgimento del nostro territorio nell’iniziativa”.

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