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sabato 13 ottobre 2012

Val d'Orcia: Brunello Poggio di Sotto Riserva a top guida L'Espresso

(ANSA) - FIRENZE - E' il Brunello di Montalcino Riserva 2006 di Poggio di Sotto, nel gradino massimo del podio della guida Vini d'Italia 2013 de L'Espresso, l'unico a raggiungere il punteggio di 20/20. La guida, presentata a Firenze, pone appena al disotto, a 19.5/20, altri due vini d'eccezione, il Barbaresco Montefico Vecchie Vigne 2007 di Roagna e il d'Alceo 2008 del Castello di Rampolla.
Appena un gradino sotto, a quota 19/20, si e' distinto un nutrito gruppo di vini dolci di antica tradizione, come il Vino Santo trentino 2001 di Francesco Poli, i Vin Santo toscani di Castell'inVilla
(1995) e Poliziano (2004), le Malvasie di Bosa di Columbu e dei Fratelli Porcu, rispettivamente delle annate 2005 e 2009. Pari valutazione hanno ottenuto diversi grandi classici dell'enologia nostrana: il Barolo Cascina Francia 2008 di Giacomo Conterno, il Barolo Ca' Mia 2008 dei Fratelli Brovia, il Barbaresco Asili 2009 di Bruno Giacosa, il Brunello Riserva 2006 di Fuligni, l'Amarone della Valpolicella Classico 2005 di Bertani, il Montevertine 2009 dell'azienda omonima e, infine, il Fiano di Avellino 2011 di Pietracupa, miglior bianco italiano.

Nel complesso il Piemonte, con 48 vini da '5 bottiglie', conferma la propria leadership e anche il Barolo resta al primo posto nella gerarchia delle denominazioni, con 21 vini che si sono fregiati delle massime valutazioni. Non e' stata da meno la Toscana che, con ben 46 eccellenze, una in piu' dello scorso anno, grazie anche alla consistente presenza ad alto livello del Brunello di Montalcino (15 i vini piazzati quest’anno sul podio). Per il curatore della guida Ernesto Gentili, ''la crisi colpisce tutti i settori e il vino non e' esente. Il vino pero' reagisce meglio degli altri grazie alla domanda dei mercati esteri, mentre in Italia il consumo e' diminuito. E' un settore che avrebbe bisogno di un supporto maggiore da parte istituzionale sul fronte della promozione. Un tempo in guida c'era un dominio incontrastato di Piemonte e Toscana, oggi restano i fari ma c'e' stata una forte crescita qualitativa di tutti i territori specie sui vini base''.

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