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giovedì 29 dicembre 2011

la Val d'Orcia è un insieme che non appartiene a nessuno singolarmente

(di Giorgio Scheggi)
Dunque i giochi sono fatti. Abbadia S.S., Piancastagnaio, Radicofani, San Quirico d’Orcia e Castiglione d’Orcia sono Amministrazioni che cederanno, sebbene in misura differenziata tra loro, un cospicuo numero di funzioni e servizi ad ente locale di secondo grado detto “Unione di Comuni”.  Ciò avviene non per un ponderato e concertato disegno di politica in ambito locale ma perché obbligati da quella legge Calderoli che più volte abbiamo  richiamato in questo giornale.

Lavorando per una Val d’Orcia non solo compresa in un Parco, ma sempre più coesa dal punto di vista delle istituzioni locali, questo obbligo, fosse stato accolto anche da Pienza e Montalcino, poteva essere la chiave di volta per ragionare, finalmente, sullo sviluppo della Val d’Orcia. Così non è stato.

–  :  “Oh Giorgio, ciao. Senti, te che ci sei più dentro a certe faccende, ma come sta la storia di questa Unione di comuni?”
G : “Non saprei da che parte prenderla la storia. Diciamo che c’è stata una spinta fortissima a contenere i cosiddetti costi della politica. Tutti noi pensavamo ai privilegi dei parlamentari, ai vitalizi, alle auto blu, ai consigli di amministrazione delle società partecipate dallo Stato, invece loro hanno pensato ai sindaci, ai consiglieri comunali e alle comunità montane”
–  :  “E quindi, cosa è successo?”
G : “Che il Ministro Calderoli, buonanima (nel senso del Ministro), ha escogitato e si è fatto approvare dal Parlamento una legge che sopprime le Comunità Montane e obbliga i Comuni sotto i 3000 abitanti ad associare molte funzioni e servizi che prima svolgevano autonomamente in un nuovo organismo chiamato, appunto, Unione di Comuni”
–  :  “Bellina questa. E la forestazione, i piani agricoli e tutte le altre funzioni della Comunità Montana che fine fanno?”
G : “Vedremo. L’agricoltura alla Provincia, il resto dovrebbe passare all’Unione”
–  :  “Prevedo ulteriori impicci e disagi per i cittadini. In quanto a risparmi, i conti li faremo dopo”
G : “Ci sarà una fase complicata, prevedo. Pensa al personale della Comunità Montana, pensa a quelle figure lavorative che risulteranno in eccesso a seguito dell’accorpamento dei servizi. Tutto il denaro che i Comuni utilizzavano per i servizi, ad esempio quelli scolastici, sarà trasferito all’Unione che lo gestirà per farli funzionare e per pagare il personale addetto”
–  :  “Detta così, sembrerebbe anche una cosa intelligente, ma io resto sempre allo stesso punto: se prima per la mensa scolastica o per i rifiuti andavo in Comune, dove conosco tutto e tutti mi conoscono e parlavo del mio problema, ora con chi parlerò e dove mi toccherà andare?”
 G : “Alla fine della fase organizzativa, quando il meccanismo sarà assestato, potremmo anche constatare un miglioramento nella qualità dei servizi. Sul discorso dei disagi potranno funzionare degli sportelli informativi o di assistenza; la nostra è una popolazione anziana e di ciò si dovrà tenere necessariamente conto. Spero”
–  :  “Ma fammi capire. Ogni cinque anni c’è una campagna elettorale, ci sono due o più candidati, ci sono due o più programmi per il Comune. I cittadini discutono, leggono, poi votano”
G : “Ho già capito dove vuoi andare a parare”
–  :  “Sì, ma fammelo dire lo stesso. Dunque, dopo tutte queste discussioni, scontri e votazioni, grosso modo, dovrei sapere quello che succederà, su cosa si lavorerà, cosa si taglierà o dove si investirà nei prossimi cinque anni. Ora, te capisci bene, le cose sono due: o questa Unione si fa carico del programma che ho votato e al più svolge le funzioni che prima erano della Comunità Montana, e mi potrebbe stare bene, oppure, se mi dici che l’Unione ha la possibilità di cambiare una decisione presa da un Sindaco di fronte ai propri cittadini, qui la faccenda si complica parecchio”
G : “I cavalieri delle Autonomie Locali, per molti anni al Governo del Paese, hanno partorito questa legge che oggettivamente, sul punto da te sollevato, fa un certo orrore”
–  :  “E allora che si fa?”
G : “Si partecipa. Dobbiamo fare in modo che questa legislatura, nella sua fase finale, sia gestita senza strappi. Per il futuro, l’unica cosa che mi viene in mente è un coordinamento intercomunale degli schieramenti politici che dovranno dibattere con la popolazione  un programma di gestione delle risorse finanziarie dei cinque comuni, e dopo aver raccolto le opinioni di tutti, impegnarsi a rispettare ciò che ogni singola comunità dovrà realizzare”
–  :  “Sì, buonanotte. Se le difficoltà che ogni giunta deve affrontare già ora, le moltiplichiamo per cinque, stiamo freschi”
G : “Su questo non sono d’accordo con te. Se una cosa buona, questo provvedimento, contiene, è proprio quella di obbligarci a confrontarci con un “territorio”.  è esattamente quello che auspicavamo con la nascita del Parco della Val d’Orcia, no?”
–  :  “Tanto ognuno vede i problemi del suo Comune, non c’è niente da fare”
G : “Non è del tutto esatto, a me pare che questa visone sia ancor più parcellizzata. Le esigenze, le richieste che salgono dai cittadini sono sempre riferibili alla qualità della loro vita, che in buona misura dipende dalla qualità dei servizi offerti e questa qualità, fa sempre riferimento al centro abitato di competenza e poco importa se sia il capoluogo del Comune o una frazione”
–  :  “Quindi più parcellizzata significa che è anche peggio, dal tuo punto di vista”
G : “Non è detto. La diminuzione e l’invecchiamento della popolazione, rende sempre più complicato assicurare servizi efficienti per la moltitudine delle frazioni, case sparse e poderi e a partire da questa difficoltà è possibile che ci si convinca ad unire le forze per sopravvivere”
–  :  “Allora ti garba o no questa legge?”
G : “Insomma, ciò che vedo io dietro allo spirito di questa legge è l’incapacità dello Stato ad obbligare i Comuni a fondersi tra loro e, per lasciar loro l’orgoglio municipale, riunirli in un organismo che ha i poteri ma non la legittimità democratica di un voto. è un atteggiamento stupido, secondo me. Un cittadino di Contignano, di Monticchiello, del Vivo, si identificherà sempre come tale, indipendentemente dalla forma amministrativa che i Comuni vorranno darsi”
–  :  “Allora, forse, qualche Comune potrebbe prenderla davvero la decisione di fondersi”
G : “Da molto tempo penso che ciò che non si vuol fare attraverso un volontario lavoro di coesione, lo si farà perché obbligati da una legge o dall’evidenza di non farcela con le risorse finanziarie, ma, da questo punto di vista, siamo, incredibilmente, all’anno zero”
–  :  “Insomma, come la pensi, veramente?”
G : “Questo territorio, ciò che ogni giorno si apre sotto i nostri occhi, quello che il Sindaco di Abbadia S. Salvatore riferisce di aver visto riprodotto a tutta parete in un museo di Amsterdam, è qualcosa che possiamo trasmettere alle prossime generazioni. Per farlo è necessario che ogni Ente sia esso pubblico o privato, assuma come proprio il postulato che questa realtà paesaggistica  è un’insieme indivisibile che non appartiene a nessuno singolarmente e che ogni intervento, investimento, opera, deve tener conto di questa unità. L’Unione dei Comuni, non è il Parco della Val d’Orcia, ma è comunque una palestra dove si può imparare a lavorare insieme. Il Sindaco di San Quirico, Rappuoli, sarà il primo Presidente dell’Unione. Ottima scelta. Gli faccio i miei migliori auguri”

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