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lunedì 25 aprile 2016

Cento anni fa nasceva Primo Volpi, "il camoscio della Val d'Orcia"

Primo Volpi – il mai dimenticato campione ciclista professionista - nacque nel Comune di Castiglion d'Orcia da una famiglia di mezzadri, il 25 aprile 1916, primo di dieci fratelli (8 maschi e due femmine) e muore all'età di 90 anni, il 28 novembre 2006 ad Empoli dove viveva da quando nel 1957 concluse la sua carriera sportiva.
Dopo un periodo trascorso al podere Le Liti  della famiglia Piccolomini-Clementini, il babbo Luigi chiede alla proprietà di assegnargli un podere più grande per sopperire alle
esigenze di una famiglia sempre più numerosa.
Così, ancora adolescente, con la famiglia si trasferisce nel podere Cerretella della stessa proprietà e sempre localizzato nello stesso Comune, posto su di un'altura, non lontano dalla sponda destra del torrente Asso, per cui, attraversatolo su di un ponticello di legno, Primo si portava sulla strada del Pecorile del  Pian dell'Asso e da qui con facilità raggiungeva Torrenieri.
Nel crescere sviluppò un temperamento agonistico che lo indirizzò in un primo momento a gareggiare con buon successo nelle corse podistiche e  campestri, per poi abbandonarle per dedicarsi al ciclismo, suscitando le ire del babbo e del proprietario; si tesserò per la Società Mens Sana di Siena, ma dopo un anno si trasferisce alla Società Tempora di Bettolle.
La prima corsa alla quale prese parte, la vinse gareggiando con una bicicletta da passeggio, (e si dice, con i pantaloni alla zuava), ma  l'artigiano Gino Mangiavacchi di Torrenieri che costruiva le biciclette “Asso”, gli fece dono di  una bicicletta da corsa.

Da dilettante si impose in numerose corse (nel 1936 ne vincerà 56). Poi nel 1939 passa professionista al Giro di Lombardia, dove si classifica secondo alle spalle dell'altro esordiente Fausto Coppi.
Iniziato a gareggiare fra i professionisti, si trasferisce per nove mesi in una penione di Torrenieri, per raggiungere con più facilità le località di gara.
Durante questi soggiorni conosce una bella ragazza di Torrenieri,  Milada Poggialini, nata l'8 marzo 1923, figlia di un operaio della locale industria: il 27 novembre 1941 il Proposto Don Ambrogio Tiberi della Parrocchia di  S. Maria Maddalena in Torrenieri, la unirà in sposa con Primo Volpi e dal matrimonio nasceranno due figli, Gianni nel 1942 Marialuisa nel 1951.
Dopo un periodo nel quale  con la famiglia visse a San Quirico d'Orcia, tornò di nuovo ad abitare a Torrenieri, prima di trasferirsi definitivamente, inizialmente a Siena e,  terminata la carriera sportiva, come già detto, ad Empoli.

Nel 1940 partecipa al suo primo Giro d'Italia, si  aggiudica la tappa di Arezzo ed è terzo in quella di Firenze. Nello stesso anno anche l'Italia entrò in guerra e l'attività ciclistica professionistica, ovviamente, quasi si esaurì per poi riprendere a pieno solo nel 1946.
Volpi continuò, comunque ad allenarsi, spesso insieme a Bartali, ed a partecipare alle poche gare che venivano organizzate.
In quel periodo con Bartali fece anche più volte la spola con la Città del Vaticano per approvvigionarsi di medicinali e dei documenti necessari  per mettere in salvo gli ebrei.
E' stato essenzialmente un ottimo scalatore (alla sua morte fu definito il camoscio toscano), ma anche un buon passista ed ha partecipato da professionista a 215 corse.
E' interessante ripercorrere la carriera di questo campione di indubbie capacità, che ha corso da professionista fino al 1957, quando cessò l'attività a 41 anni, per cui è uno dei ciclisti  più longevi, tanto da meritarsi il nomignalo di nonno, come anni prima era stato dato a Gino Bartali.
Gareggiò prima e dopo la seconda guerra mondiale, con campioni quali Bartali, Coppi, Magni, Martini, Logli, Cecchi, Biagioni, Cottur, Bevilacqua, Ortelli, Kubler, Koblet, Robic, Bevilacqua, Gaul, ecc. E' stato scritto di lui, che se fosse nato quindici anni dopo, nelle corse a tappe avrebbe avuto pochi rivali.
Da professionista  ha corso con le maglie della Legnano, della Cozzi Silger (di cui fu il capitano), dell'Arbos, della Rhonson, della Bartali, della Vampire ed altre ancora.

Il suo palmares è di tutto rispetto.
  • Ha partecipato per dodici volte al Giro d'Italia, vincendo una sola tappa ad Arezzo nel 1940, arrivando secondo - a soli 2” dal vincitore, per salto della catena negli ultimi metri, quando era nettamente in vantaggio sul secondo! - nella tappa di San Martino di Castrozza nel 1954. Il suo miglior piazzamento in classifica generale è il 5° posto del 1948; fu 10° nel 1946.
  • Per due volte partecipa al Tour de France: nel 1947 si classificherà  al 23° posto (sarà 3° nella tappa di Mt Agel e 9° in quella di Mt Fanon) e nel 1948 – vinto per la seconda volta da Gino Bartali - alla fine sarà 27°, terzo della squadra azzurra, contribuendo così a far vincere all'Italia la speciale classifica a squadre calcolata sui primi tre meglio classificati per ogni squadra.
  • Nel 1950 si è classificato al 2° posto nel Giro del Belgio, a soli 2” dal vincitore.
  • Ha corso due volte  anche la Vuelta de Catalogne, che ha vinto nel 1951, indossando la maglia giallo-oro simbolo del primato, dalla prima all'ultima tappa; l'ha corsa anche l'anno successivo.
  • Nel 1954 ha vinto l'unica edizione del Tour d'Europe a tappe durante (maglia Bianca) nel quale vinse la tappa di Friburgo.
  • Ha corso due volte il Giro della Svizzera, negli anni 1954 (quando si aggiudica la tappa a cronometro Como-Lugano) e 1955.
  • Per sei volte ha partecipato al Giro di Sicilia a tappe, aggiudicandosi diverse tappe e vincendo un Gran Premio della Montagna. Nel 1951 è primo nella classifica finale.
  • Nel 1945 ha partecipato al Giro delle quattro Province; nel 1949 al Giro del Lazio a tappe; al Giro del Piemonte nel quale si classificò terzo;  nel 1952 al Gran Premio del Mediterraneo a tappe; nel 1950 al Giro dell'Africa del Nord; nel 1952 al Giro d'Algeria, e nel 1956 al Giro delle Asturie, nel corso del quale annuncia il rtitiro dalle corse, e dove vinse la tappa di Oviedo, battendo in volata il grande Charly Gaul.
  • In tutte le corse a tappe alle quali ha partecipato, ha sempre ben figurato ed è stato vittorioso in diverse tappe.
Anche nelle corse in linea ha ottenueto buoni successi, vincendo diverse prove del Trofeo a punti UVI, che nel 1953 se lo aggiudica; due Coppe Sabatini e una prestigiosa Coppa Bernocchi, un Giro dell'Etna ed ottenendo dei secondi posti nel Giro della Campania del 1945 e del Giro della Toscana del 1950 vinto questo da Gino Bartali.
  • Nel Giro di Lombardia, oltre al 2° posto del 1939, ha altri buoni piazzamenti e nel 1951 fa il record della scalata della celebre salita del Ghisallo, alla media di 20,088 km/h, battendo Bartali e Coppi.
  • Vince anche molte altre corse minori, in linea e nei circuiti, non per questo meno prestigiose per la sua carriera.
  • La sua ultima corsa – contravvenendo a quanto promesso al Giro delle Asturie - è il Giro di Toscana del 1957.
  • Nell'autunno dello stesso anno, nel corso di una cena organizzata dagli amici di Torrenieri per festeggiare il compimento della sua carriera sportiva, a Primo Volpi fu donata una medaglia d'oro ricordo, coniata per l'occasione.
Trasferitosi a Empoli con la famiglia, dopo aver accettato l'offerta di impiego del Monte dei Paschi di Siena, Volpi  non abbandonò il mondo del ciclismo ed iniziò una nuova avventura, allenando e dirigendo squadre dilettantistiche.
Dal 1957 al 1959 diresse con successo i dilettanti della China Gambacciani e dal 1960 quelli della Brooklin-Rilsan, ambedue di Empoli.
I ragazzi da lui guidati ottennero numerose vittorie (ben 45 nel 1960). Fra le più prestigiose vanno ricordate  quelle di Vittorio Bartali che  si aggiudicò il campionato italiano dilettanti nel 1959; la vittoria in una classica a cronometro in coppia per dilettanti  di Romeo Venturelli e Livio Trapé, sempre nel 1959; la medaglia d'argento alle Olimpiadi di Roma del 1960 ottenuta nella prova in linea da Livio Trapè, il quale nella stessa manifestazione fece parte del quartetto italiano che si aggiudicò la medaglia d'oro nella prova a cronometro su strada.

I legami di Primo Volpi con Torrenieri (e con gli altri centri della Val d'Orcia come Castiglion d'Orcia, Comune che gli ha dato i natali e San Quirico d'Orcia dove ha vissuto) sono stati  intensi e non si sono mai allentati.
Così il 1° marzo 1975, in occasione dell'ultima tappa Torrenieri-Roma del Giro di Sardegna, Primo Volpi fu chiamato a fare lo starter (per la cronaca la tappa sarà vinta da Casalini; il Giro da Mercky).
In seguito sarà più volte a Torrenieri per visitare le tombe dei suoceri e per salutare i familiari che al podere Cerretella conducono ancora l'azienda agraria, con annesso agriturismo.
Poi il 28 novembre di 10 anni fa, l'epilogo con la sua morte ed è impressionante la partecipazione della stampa non solo sportiva, delle radio e delle televisioni che annunciano al mondo degli appassionati delle due ruote la sua morte, dopo ben 49 anni che Primo Volpi aveva cessato di correre, lodandone la serietà professionale e le grandi capacità di scalatore e di passista.

(di Alberto Cappelli)

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