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venerdì 7 agosto 2015

Si rinnova il Torneo di Apertura delle Cacce

Domenica 9 agosto si rinnova il Torneo di Apertura delle Cacce, manifestazione che ogni anno si svolge tradizionalmente la seconda domenica di agosto.
Intanto tutta la città da giorni si sta preparando a questa ricorrenza: ai lati delle strade, agli angoli dei chiassini ci si imbatte nelle bacheche in cui si annunciano le cene propiziatorie da parte di tutti e quattro i quartieri: Borghetto, Pianello, Ruga e Travaglio. Le assemblee dei quartieri divengono più affollate del solito; gli arcieri si recano sempre più
spesso ai relativi campi di tiro per completare la loro preparazione sia tecnica che psicologica per la gara che li vedrà domenica pomeriggio incontrastati protagonisti, una gara il cui esito centinaia di persone attendono col cuore in gola. Montalcino è, quindi, di nuovo in festa per il Torneo di Apertura delle Cacce:
“Tutto, al finir della passata Sagra che il tordo vide vittima regnar nella festa, tacque dei cacciatori il corno e dei cani in cerca l’abbaiar. Spolse l’inverno il bosco ed ogni animal nella sua tana rifugio ritrovò! Poi d’inverno al fioco sol quello caldo primaveril successe e il bosco di verde e di vita s’animò. Seguì al tepor d’estate la calura e l’agosto agli ardori della caccia stimolò. Il Signor di Fortezza – con queste parole il banditore torna ogni anno ad annunciar la festa – ordine diede ai cacciator di corte, frecce, falchi e reti d’approntar perché delle ghermite prede omaggio a sua gentil Madonna si facesse. Prima d’iniziar la caccia, saggio dieder al Signor di Fortezza di loro abilità i validi arcieri di rione che in acceso torneo con l’arco si batterono per alto sventolar il lor vessillo, al suon festoso delle tube. Furon aperte allor le cacce e nel morir dell’assetante sole s’allontanò nel bosco il suon del corno per riapparir crescendo nell’ottobre ad annunciar di prede il dovizioso carco, che di consumar in lieta festa, vicino e lontano, ognuno in cuor suo si rallegrò”.
L’atmosfera che questa rievocazione storica sa ricreare la si sente nell’aria ormai da diversi giorni: le sedi dei quartieri sono sempre più frequentate, di notte vi si scorgono le luci accese, segno questo di un fervore di attività che si rinnova ogni anno nella prima quindicina di agosto e in occasione della Sagra del Tordo. Se si esce dopo cena, è facile imbattersi in canti e bandiere che sventolano dinanzi alle sedi dei quartieri, i nomi degli arcieri passano di bocca in bocca, si comincia a sperare nell’abbinamento migliore.

Ma questo è anche il periodo in cui a Montalcino sono più numerosi gli ex montalcinesi che tornano a trascorrere un periodo di vacanze nella cittadina natale: ognuno di costoro si avvicina in punta di piedi al proprio quartiere, a quell’ammasso di palazzi, vie stradine, chiassini che ha lasciato tanti anni fa a malincuore e che nella sua memoria tornano ad animarsi di episodi, fatti curiosi, scenette, amici con i quali ha giocato da bambino. Gli arcieri di ciascun quartiere frequentano i campi di tiro con l’arco con sempre maggiore assiduità, sottraendo ore preziose ad altri divertimenti o al lavoro, con la segreta speranza di conquistare la vittoria in nome dell’intero quartiere. In ciascuna sede si stanno sistemando i costumi che i figuranti indosseranno domenica in occasione del corteo storico e ci si dà un gran daffare per la cena propiziatoria che dovrà caricare psicologicamente l’intero quartiere a sostegno dei propri paladini che scenderanno nell’arengo a difendere i colori amati. Sabato sera le strade di Montalcino saranno pressoché deserte, ognuno si ritirerà nella propria sede, qui si canterà, si farà baldoria fino a tarda notte e tutta la città risuonerà degli inni a Montalcino, delle note di ciascun quartiere, degli sfottò contro gli avversari. Solo  qualche turista si avventura per le vie che dal corso principale conducono ai diversi quartieri e gli capita di essere attratto da questa particolare atmosfera di festa che sente in lontananza, si avvicina per capire meglio di cosa si tratti e, se ha la fortuna di giungere alla sede di un quartiere, è accolto come un amico che non si vede da lunghi anni: l’ospitalità regna sovrana in questa terra di Val d’Orcia, capace di riscoprire i sentimenti più genuini e le emozioni più veraci dell’animo umano.

Finalmente domenica 9 agosto si consumeranno le speranze coltivate per lungo tempo: chi vince si esalta, canta per la vie della cittadina; chi perde è in preda alla delusione più cocente, si ritira in buon ordine e aspetta i lazzi dei vincitori, mentre in cuor suo medita sui motivi della sconfitta e fa propositi per la prossima gara che si svolgerà l’ultima domenica d’ottobre in occasione della Sagra del Tordo 2015. Ancora una volta assisteremo alla tradizionale sfilata del corteo storico lungo le vie del centro cittadino fino all’arengo in cui si svolgerà la gara tanto attesa. E’ un’occasione per ammirare gli splendidi costumi d’epoca indossati dalle comparse dei quartieri, dai rappresentanti del Comune, delle Arti e dei Castelli sparsi nelle vicinanze di Montalcino. Ma è soprattutto la gara di tiro con l’arco contro la sagoma di un cinghiale che offre le maggiori emozioni; è un popolo intero che freme, c’è hi piange, chi esulta, chi urla per incoraggiare i propri arcieri. Solo al tramonto la festa è ormai consumata, ma gli echi del popolo vincitore si diffonderanno per tutta la città, mentre nella sede del quartiere che ha conquistato la palma della vittoria si brinderà e si farà festa fino a tarda notte, per celebrare l’evento come si conviene.

(di Roberto  Cappelli)

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