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venerdì 30 novembre 2012

Maltempo: crolla la cerealicoltura, a rischio gli allevamenti. La situazione più grave è in Val d’Orcia a Radicofani

(tratto da www.sienafree.it)
Danni in Val di Chiana e Val d’Orcia, la situazione più tragica a RadicofaniPresto per fare delle stime ma alcune aziende sono a rischio sopravvivenza. Il maltempo non dà tregua alla provincia di Siena. Le colture cerealicole che avevano già buscato le pesanti conseguenze delle
piogge incessanti di metà novembre sono allo stremo, sommerse d’acqua. I cereali già nati o comunque quelli che hanno iniziato il ciclo vegetativo rischiano di essere soffocati dal limo che rimarrà sui terreni.
A fare il quadro della situazione Coldiretti Siena che raccoglie la voce di agricoltori e allevatori, soprattutto di Val di Chiana e Val d’Orcia, stremati dal maltempo. Da Sinalunga è Alessandra La Rocca che racconta come tutti e 30 i suoi ettari siano sommersi dall’acqua. “Qui il problema è il torrente Baregno che – spiega La Rocca – è infestato da canne e detriti. Non sappiamo se le canne siano state tagliate e lasciate lungo l’alveo del torrente o semplicemente non siano mai state toccate, resta il fatto che tutto il mio raccolto (cipolla e barbabietole da seme) andrà perso, un danno che supera i 70.000 euro”.

Anche a Montepulciano molti danni sono conseguenze della pioggia incessante e della scarsa manutenzione. “Non so se il mio grano si riprenderà – spiega Emanuele Furlani – oltre 20 ettari sono allagati. Il danno oltre che dalla pioggia è stato causato dall’esondazione dei canali che portano al Lago di Montepulciano, purtroppo sono pieni di detriti quindi l’acqua non scorre bene, esce dall’alveo e allaga i campi”.

La situazione più grave è in Val d’Orcia a Radicofani, un territorio già disagiato per conformazione e posizione geografica in cui a causa del maltempo sono in pericolo anche oltre 300 ovini. “Oltre ai danni ai terreni e alle strade, la pioggia sta portando via il mio capannone – spiega Raimondo Puggioninu – forse si è verificata una frana sotto il terreno del capannone in cui allevo le mie pecore. Di certo c’è solo che non posso continuare a lavorare così. In questo periodo le pecore sono anche in gestazione e la struttura che le contiene si muove sotto le loro zampe ogni giorno di più. Ho già avvertito la Comunità Montana dell’Amiata, la Provincia di Siena e l’ente della Val di Paglia, ma qui non si è visto nessuno”.

L'agricoltura sta pagando un prezzo altissimo dettato soprattutto dalla mancanza di una politica territoriale capace di tutelare e mettere in sicurezza i territori. “È importante rilanciare – conclude Fausto Ligas, presidente Coldiretti Siena - i consorzi di difesa come strumenti di coordinamento tra le aziende e la pubblica amministrazione e favorire gli strumenti di copertura assicurativa. Gli enti pubblici devono essere efficienti e vicini ai cittadini e agli agricoltori”.

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